La strategia complessiva del ciclo 2014-2020 è definita nei seguenti documenti:
- l’Accordo di Partenariato Italia 2014-2020, approvato dalla Commissione Europea e predisposto dall’Italia a seguito di un percorso di dialogo e confronto con le diverse istituzioni centrali e locali e i partner economici e sociali. L’Accordo definisce strategie, metodi e priorità di spesa delle risorse cofinanziate dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fondi SIE). L’Accordo ha due obiettivi (“Investimenti per la crescita e l’occupazione” e “Cooperazione territoriale europea”) collegati alle tre priorità dell’Unione per il 2020: “crescita intelligente” (migliore istruzione, maggiore ricerca, utilizzo delle tecnologie della comunicazione); “crescita sostenibile” (economia efficiente in termini di risorse, più verde e più competitiva) e “crescita inclusiva” (migliori posti di lavoro in numero maggiore, investimenti in competenze e formazione, modernizzazione del mercato del lavoro e dei sistemi di welfare e diffusione dei benefici della crescita in tutte le regioni dell’UE). All’obiettivo “Investimenti per la crescita e l’occupazione” delle politiche di coesione europee 2014-2020 concorrono tutti i territori regionali con un’intensità degli investimenti che varia tra le Regioni meno sviluppate (il cui PIL pro-capite medio è inferiore al 75% della media UE), più sviluppate (il cui PIL pro-capite medio è superiore al 90% della media UE) o in transizione (il cui PIL pro-capite medio è compreso tra il 75 e il 90% della media UE) ed è articolato in 11 obiettivi tematici che prevedono diversi risultati attesi e azioni, come previsto dal Regolamento (UE) 1303/2013 e indicato puntualmente nell’Allegato 1 dell’Accordo stesso. In Italia, per il ciclo 2014-2020, le Regioni meno sviluppate sono Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; le Regioni in transizione Abruzzo, Molise e Sardegna; le Regioni più sviluppate sono Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto. L’obiettivo "Cooperazione territoriale europea" si rivolge invece a specifiche aree frontaliere. La definizione dell’Accordo di Partenariato è avvenuta in Italia sulla base della riflessione metodologica riportata nel documento pubblicato nella collana Materiali UVAL (n. 29/2013), dedicato a “Le innovazioni di metodo per la programmazione comunitaria 2014-2020”
- Il DPCM del 25 febbraio 2016 ha istituito la Cabina di regia, composta dall’Autorità politica per la coesione (che la presiede), dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con funzioni di Segretario del CIPE, dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, dal Ministro delegato per l’attuazione del programma di Governo, dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da un Presidente di Città metropolitana designato dall’ANCI, da tre Presidenti di Regione designati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ( incluso il Presidente della stessa Conferenza), di cui due rappresentanti delle Regioni “meno sviluppato e in transizione” e un rappresentante delle Regioni “più sviluppato”. Con la Delibera CIPE n. 25/2016 sono state individuate, in linea con la programmazione dei Fondi Strutturali, le aree tematiche e gli obiettivi strategici per il ciclo 2014-2020 della politica di coesione nazionale. Tale quadro è stato successivamente aggiornato con la Delibera CIPE n. 26/2018 oggetto di ridefinizione con la Delibera CIPESS n. 2/2021 e con l’introduzione dei Piani di Sviluppo e Coesione ai sensi di quanto stabilito dall’art. 44 del decreto-legge n. 34/2019 e s.m.i.
- Il documento sulla ”Programmazione delle risorse REACT-EU: quadro generale, linee di intervento e risorse” presentato alla CE nell’aprile 2021 per la definizione della programmazione delle risorse aggiuntive FESR e FSE previste nell’ambito dell’iniziativa Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe (REACT-EU) per gli anni 2021-2022, allo scopo di promuovere il superamento degli effetti negativi della crisi sanitaria sull'economia, sull'occupazione e sui sistemi sociali nelle regioni colpite dalla pandemia di COVID-19 a e favorire, al contempo, la transizione verde, digitale e resiliente di economia e società.