CARE (Cohesion's Action for Refugees in Europe) è la misura che la Commissione europea ha individuato per consentire agli Stati membri l'utilizzo delle risorse della politica di coesione per fornire un sostegno di emergenza e sopperire alle necessità di base delle persone in fuga con particolare riferimento all'invasione russa dell'Ucraina.
CARE introduce nuovi elementi di flessibilità nei Regolamenti che definiscono la politica di coesione 2014-2020, per consentire una rapida assegnazione a questo sostegno di emergenza dei finanziamenti disponibili. Inoltre, una dotazione di 9,5 miliardi €, risorse europee dei fondi di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU), è a disposizione dei Paesi dell’Unione per il 2022 e può essere utilizzata anche per rispondere a queste nuove richieste nell'ambito dell'obiettivo generale della ripresa post-pandemia.
Le modifiche, adottate nell’aprile del 2022 con il Regolamento 2022/562, riguardano:
- una proroga della possibilità di un cofinanziamento dell'UE del 100% per i finanziamenti della politica di coesione 2014-2020;
- la possibilità di utilizzare le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) o del Fondo sociale europeo (FSE) per ogni tipo di misura a sostegno delle persone in fuga dall'Ucraina (grazie a questa flessibilità uno dei due fondi potrà sostenere anche i progetti che di norma sono finanziati dall'altro fondo);
- la spesa degli Stati membri per tutte le azioni volte ad aiutare le persone in fuga dall'Ucraina sarà ammissibile al sostegno dell'UE retroattivamente, a partire dalla data di inizio dell'invasione russa (24 febbraio 2022);
- la rendicontazione e la modifica dei programmi saranno semplificate.
Con il successivo Regolamento 2022/2039 del 19 ottobre 2022, si è andati a modificare ulteriormente i regolamenti 2013/1303 e 2021/1060, rafforzando l’iniziativa con l’introduzione di FAST-CARE (Assistenza Flessibile ai territori), che adatta ancor di più le regole della Politica di coesione europea per le finalità sopra descritte con l’obiettivo di estendere al ciclo 2021-2027 quanto già introdotto per quello 2014-2020 e di mitigare, in questo caso, gli effetti dei ritardi nell'attuazione dei progetti dovuti all'effetto combinato del COVID, degli alti costi energetici e della carenza di materie prime e di forza lavoro causati dalla guerra. In particolare in relazione al ciclo di programmazione 2021-2027, si prevede tra l’altro, che “qualora nell’ambito di un programma venga stabilita una priorità distinta a sostegno di operazioni volte a promuovere l’integrazione socioeconomica dei cittadini di paesi terzi, è applicato un tasso di cofinanziamento fino al 100 % alle spese dichiarate nelle domande di pagamento sino alla fine del periodo contabile che termina il 30 giugno 2024”.
Tra gli interventi finanziabili grazie a CARE ci sono le necessità di base, come alloggi temporanei, fornitura di cibo e acqua o assistenza medica, il rafforzamento della capacità degli Stati membri di provvedere ai bisogni dei rifugiati fornendo, ad esempio, un sostegno per maggiori attrezzature e infrastrutture o personale indispensabili per rispondere alle necessità dei rifugiati, lo sviluppo di soluzioni su misura per l'integrazione a lungo termine delle persone provenienti da un contesto migratorio attraverso investimenti in alloggi, istruzione, occupazione, sanità, inclusione e assistenza sociali o in altri servizi sociali.
Il sostegno della politica di coesione sarà complementare al sostegno del Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI) e di altre fonti di finanziamento.