6 settembre 2024
Si è svolta a Budapest nella giornata del 06 settembre 2024 la riunione informale dei Ministri degli Stati Membri dell’Unione Europea responsabili della politica di coesione, organizzata dalla Presidenza ungherese del Consiglio dell'Unione Europea.
I Ministri e i loro delegati hanno discusso del ruolo della politica di coesione nell'affrontare i cambiamenti demografici, in linea con la Dichiarazione di Granada e la Comunicazione della Commissione Europea sul cambiamento demografico. La Presidenza ungherese redigerà le Conclusioni del Consiglio su questo tema strategico per l'Unione, considerando l'impatto sul capitale umano e sulla competitività. Tra i temi principali di discussione vi sono l'evoluzione della politica di coesione per rispondere in modo efficace alle sfide demografiche e l'adattamento del suo ambito d'azione per migliorare la capacità di affrontare i cambiamenti in corso.
In questo contesto a rappresentare l’Italia, è stato il Capo Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud – Consigliere Michele Palma, delegato dal Ministro Fitto.
L'Italia, consapevole delle sfide demografiche legate alla carenza di manodopera e ai flussi migratori, sta facendo della politica di coesione uno strumento chiave per rafforzare la competitività dei territori e migliorare l'accesso ai servizi pubblici. Tra le priorità troviamo l'inclusione dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro nonché l'adozione di misure efficacy per il contrasto alla migrazione interna e verso l’esterno, specialmente dei giovani.
In Italia, per affrontare le sfide demografiche, sono state adottate diverse misure attraverso la politica di coesione. Tra queste, la Strategia Nazionale per le Aree Interne, che mira a migliorare i servizi di istruzione, mobilità e sociosanitari nelle aree meno sviluppate. Nel quadro del PNRR è stata prevista una riforma per accelerare l'attuazione della politica di coesione, introducendo incentivi per giovani e donne oltre a misure volte ad attrarre e trattenere talenti. Inoltre, è stata anche istituita una Zona Economica Speciale (ZES) unica per il Mezzogiorno, con l'intento di stimolare gli investimenti e contrastare la migrazione verso altre aree.